Il Polesine e la bonifica

Il Polesine è un territorio che dal punto di vista della geografia antropica si identifica con la provincia di Rovigo e dal punto di vista della geografia fisica risulta delimitato dal basso corso dei fiumi Adige e Po fino al Mare Adriatico, mentre a occidente confina con le valli Grandi Veronesi.
Si presenta come una lingua di terra stretta e lunga, che si sviluppa longitudinalmente da ovest a est racchiusa tra gli imponenti Po e Adige e risulta solcata da una miriade di corsi d’acqua e paleoalvei di antichi fiumi che con le loro sinuose anse, intersezioni ed argini, disegnano il territorio stesso. La maggior parte delle strade “storiche”, trovandosi spesso sugli argini di tali corsi d’acqua e paleoalvei, ne seguono e sottolineano il percorso sinuoso e sono rialzate rispetto al piano della campagna sottostante.
Il Polesine comprende 50 Comuni con capoluogo Rovigo, ha una superficie di circa 1.789 km², oltre 247.000 abitanti con una densità di 138,.3 ab. per km (Wikipedia 2008).
Il Polesine è stato soggetto, nel tempo, a numerose alluvioni:
17 ottobre 589: la “rotta della Cucca” che sconvolse i corsi d’acqua del!’ Adige e del Mincio;
950: la “rotta del Pinzone” che sconvolse i corsi del!’ Adige e del Tartaro;
1152: la “rotta di Ficarolo” che sconvolse il corso del fiume Po;
autunno 1438: la Rotta della Malopera, una rotto del!’ Adige tra Castagnaro e Badia Polesine dovute a cause belliche;
17 settembre 1882: una rotta dell’Adige che inondò il territorio fino al Canalbianco; 63 mila persone abbandonarono la terra ed emigrarono in Sud America;
14 novembre 1951: la catastrofica alluvione che devastò il Polesine provocando circa 100 morti e più di 180 mila senza tetto;
4 novembre 1966: una sfortunata combinazione tra una piena del Po e il vento di scirocco impedì al fiume di scaricare in mare provocando la rottura degli argini nella Sacca di Scardovari allagando tutta l’isola della Donzella dove sorge Cà Tiepolo, sede municipale del Comune di Porto Tolle.
La fragilità del territorio e l’elenco delle principali alluvioni sopra riportate porta a chiedersi: perché il Polesine è terra di bonifica? Siamo al sicuro nel nostro territorio? Perché la nostra Provincia si divide in alto e basso Polesine? E’ a partire da queste semplici domande che il Dott. Carlo Piombo, ex Direttore Generale del Consorzio di Bonifica Polesine Adige Canalbianco, ha ricostruito la storia della nostra terra per gli studenti dell’ I.P.S.A.A. ” V. & T. Bellini” di Trecenta nel corso di un incontro organizzato dal Consolato Provinciale dei Maestri del Lavoro d’Italia, nell’ambito dei progetto “Scuola lavoro Sicurezza”.
“Conoscere, ma soprattutto camminarlo, significa vivere il territorio”, ha esordito Carlo Piombo. “Il Polesine viene comunemente denominato alto Polesine perché si trova a più di dieci metri sul livello del mare mentre il Basso invece è a quasi cinque metri sotto; tutto il territorio è caratterizzato da una situazione idraulica particolarissima, da un delicato equilibrio terra-acqua che è stato governato da opere di bonifica e continua ad essere mantenuto dalle strutture a difesa dai fiumi e dal mare. La storia della bonifica si intreccia con quella delle genti del Delta, poiché il territorio ha da sempre presentato problemi idraulici obbligando l’uomo a misurarsi quotidianamente con gli agenti atmosferici, cercando di stabilirsi nei luoghi sicuri. La conquista delle terre dal dominio delle acque è stata costante, instancabile, senza tregua, perché pochi erano i mezzi a disposizione delle comunità per tenere a regime il corso dei fiumi. Per secoli, fino all’avvento della macchina industriale protagoniste dell’azione della bonifica, furono le braccia dell’uomo.
L’acqua ha rappresentato una minaccia fino all’ alluvione del 1951, dopodiché, grazie alle nuove tecniche di contenimento, è stata domata ed è diventata una risorsa.